Scopri il nuovo fit tester Quantifit 2
Quantifit 2 è un fit tester che permette di eseguire in soli due minuti le prove di tenuta dei respiratori. Per garantire la sicurezza dei lavoratori che indossano le maschere in luoghi dove possono svilupparsi sostanze tossiche, è importante verificare che i DPI siano sempre indossati correttamente e forniscano una adeguata protezione, senza perdite. Grazie alla velocità di esecuzione del controllo, il fit tester Quantifit 2 può essere usato prima di ogni turno di lavoro o prima di entrare in un ambiente pericoloso.
Cosa sono le prove di tenuta dei respiratori
Le prove di tenuta dei respiratori si usano dalla fine degli anni ’60. Anche se all’epoca non erano disponibili studi scientifici che ne dimostrassero l’affidabilità. Questi metodi sono usati per stabilire se le maschere forniscono una protezione adeguata ai lavoratori che operano in ambienti dove sono presenti gas tossici. Negli anni ’90 venne introdotta una nuova tecnologia basata sulla pressione negativa controllata (CNP). A differenza dei precedenti sistemi, questa metodologia può essere provata scientificamente. Infatti nel 1998 è stata accettata dall’OSHA e da allora viene adottata dall’industria come standard di qualità nelle prove di tenuta dei respiratori. I fit tester che adoperano la tecnologia CNP inoltre sono molto veloci ed accurati nella validazione.
Il Fit Tester Quantifit 2
Quantifit 2 è un fit tester per respiratori che utilizza la tecnologia a pressione negativa controllata (CNP). In meno di dieci secondi è già in grado di fornire una prima indicazione se la maschera offre al lavoratore una protezione di base. Lo strumento impiega dai due ai tre minuti per compiere il protocollo completo CNP Redon, previsto dall’OSHA. Il dispositivo ha un peso ridotto, meno di 3 kg, ed è adatto ad essere trasportato ovunque all’interno di una valigia trolley rigida antiurto. Grazie alle batterie, il fit tester può essere usato senza fili sia in uffici che in cantieri con estrema facilità di utilizzo. Lo strumento dispone di un ampio display a colori con istruzioni in italiano e animazioni che guidano l’utente. Quantifit 2 è conforme ai requisiti della norma UNI 11719.
Come funziona il fit tester
Il funzionamento del fit tester è molto semplice. Durante le prove di tenuta Quantifit 2 viene collegato al respiratore con un adattatore, tappando gli ingressi. Alle maschere vengono tolte o aperte completamente valvole di inalazione. Il soggetto a cui viene sottoposto il test indossa l’apparecchio per la protezione delle vie respiratorie e trattiene il respiro per massimo 10 secondi. Il fit tester stabilisce e mantiene una lieve pressione negativa controllata all’interno del respiratore. In queste condizioni, se si registrano delle perdite, sono dovute a problemi di integrità dell’APVR o alla mancanza di tenuta tra la maschera e il viso perché il respiratore non è indossato correttamente. Il volume di aria estratto da QuantiFit nel corso della prova di tenuta è uguale al tasso di perdita all’interno della maschera attraverso la parte “face-to-face”.
Il fit test è obbligatorio?
L’articolo 77 comma 5 del D. Lgs. 81/08 stabilisce che è un obbligo del datore di lavoro fornire un addestramento all’uso corretto dei DPI ai dipendenti. Si tratta di aspetto di grande importanza per la sicurezza e la salute dei lavoratori che è compatibile con l’uso dei fit tester. Secondo recenti studi, infatti, nel 50% dei casi gli apparecchi per la protezione delle vie respiratorie non assicurano il grado di protezione atteso perché non aderiscono correttamente al volto. Una scarsa tenuta del bordo della maschera sul viso riduce l’efficacia della protezione. L’aria contaminata riesce ad infiltrarsi lungo il percorso che presenta la resistenza minore e viaggia all’interno del facciale. Attraverso le prove di tenuta con il fit tester è possibile addestrare i lavoratori ad indossare correttamente i respiratori. Inoltre la norma UNI 11719:2018 prevede che vada effettuata una prova di tenuta della maschera sul viso del singolo lavoratore perché ogni individuo ha caratteristiche morfologiche diverse che richiedono una verifica dell’adattabilità dell’APVR.